domenica 4 dicembre 2016

Mai più la guerra, riconvertiamo l’economia che uccide



Caro papa Francesco
Il percorso di quest’anno giubilare ci ha radicato nella scelta di lasciare sempre aperta a Dio la porta della nostra coscienza per essere pronta ad abbattere i muri dell’indifferenza e dell’odio. 

Sappiamo che non possiamo costruire ponti di pace senza aver rifiutato ogni compromesso con «l’economia dell’esclusione e dell’inequità».  
Non possiamo dire “A me che importa?”.
 Non possiamo restare inerti di fronte alle tue parole che ci invitano a riconoscere l’esistenza dei «sistemi economici che per sopravvivere devono fare la guerra. Allora si fabbricano e si vendono armi e così i bilanci delle economie che sacrificano l’uomo ai piedi dell’idolo del denaro ovviamente vengono sanati. E non si pensa ai bambini affamati nei campi profughi, non si pensa ai dislocamenti forzati, non si pensa alle case distrutte, non si pensa neppure a tante vite spezzate».

Di fronte al grido “mai più la guerra!” che «si leva in ogni parte della terra, in ogni popolo, in ogni cuore», restiamo sgomenti di fronte a chi giustifica l’orrore del fratricidio con le ragioni del cosiddetto realismo politico. Affermiamo invece che, non solo per i credenti, «Gesù Cristo è il più grande realista della storia» e vogliamo seguirti in questo cammino di edificazione della pace. Come ci ha insegnato Igino Giordani, «Non si fa male per avere bene. “Se vuoi la pace, prepara la pace”».  E gli operatori di pace, secondo Chiara Lubich, «non sono quelli amano la tranquillità, non sopportano le dispute per non essere disturbati» ma «coloro che amano tanto la pace da non temere di intervenire nei conflitti per procurarla a coloro che sono in discordia».
Per essere credibili sappiamo, infatti, che non servono le dichiarazioni o le buone intenzioni. Come hai detto ai movimenti popolari in Bolivia nel luglio 2015, è “l’amore fraterno” che conduce a “ribellarsi contro l’ingiustizia sociale”. Così oggi noi in Italia e nel mondo non possiamo accettare che si continuino a inviare armi verso i Paesi in guerra o che non rispettano i diritti umani. Come risposta al tuo invito, che conferma la scelta della nostra coscienza, ti dichiariamo che vogliamo contribuire a disarmare “l’economia che uccide” impegnandoci a lavorare per una riconversione integrale della produzione e della finanza. Adesso non domani.
Alcuni di noi saranno il 20 novembre in piazza San Pietro per confermarti questa scelta esponendo la scritta: “Mai più la guerra, riconvertiamo l’economia che uccide”.
Non resti inefficace la traccia del Giubileo della misericordia nel nostro cuore e nella nostra mente.
Il Movimento dei Focolari in Italia
 

Nessun commento:

Posta un commento