Al termine dell’anno giubilare della misericordia abbiamo sentito l’urgenza di inviare a papa Francesco un segno di quel cammino interiore che siamo stati chiamati a compiere per purificare la nostra mente e il cuore superando le paure e i compromessi.

Non possiamo restare indifferenti e accettare l’atteggiamento di chi dice «a me che importa?», come ha detto papa Francesco quando, il 13 settembre del 2014, si è recato al cimitero dei caduti della Grande Guerra a Redipuglia e ha affermato, davanti alle tombe di tanti giovani mandati al macello un secolo addietro, che «anche oggi dietro le quinte ci sono interessi, piani geopolitici, avidità di denaro e di potere, c’è l’industria delle armi, che sembra essere tanto importante!».
Nel marzo del 2016, dopo un incontro nelle aule parlamentari, abbiamo affermato che non potevamo accettare il fatto che dal nostro Paese partissero delle bombe destinate al terribile conflitto in corso nello Yemen. Concordiamo con le associazioni aderenti a Rete Disarmo che, di fronte a troppi silenzi, hanno deciso di denunciare davanti alla magistratura la violazione della legge 185/90 sulla produzione, il commercio e il transito di armamenti verso Paesi in guerra o che violino i diritti umani. Rischia di rimanere disattesa, infatti, una legge nata grazie alla testimonianza e all’impegno della migliore società civile italiana, a cominciare da coloro che hanno rischiato il lavoro facendo obiezione di coscienza alla produzione di armi.

Per non restare davvero indifferenti e lasciare interi territori senza alternative, sappiamo bene che tutta la nostra economia è chiamata ad una conversione integrale capace di incidere sulle cause strutturali dell’inequità.
Su questo cammino, aperto a tutti come percorso di liberazione delle coscienze, vogliamo continuare ad andare avanti nel segno del vangelo di pace che abbiamo scelto di abbracciare.
Roma 20 novembre 2016
Il Movimento dei Focolari in Italia
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